“Annegava nel suo letto, senza aria”, ha detto, fra le lacrime, una ragazza di Bergamo alle telecamere, raccontando la fine del padre per Covid-19. Un istante dopo lo schermo mandava immagini di silenziosi pazienti intubati. Questo – e altri – drammatici racconti hanno reso tangibile la percezione della natura della Covid-19: una patologia respiratoria. Il virus penetra nelle cellule del polmone, infettandole, ed esce nuovamente da bocca e naso. Questo, se spaventa la persona sana, potrebbe gettare nel panico chi è già malato di una qualche malattia polmonare cronica. E non si tratta di poche persone: dal 6 all’8% degli italiani, ad esempio è affetto da BPCO, la broncopneumopatia cronica occlusiva.
L’AIPO, l’associazione degli pneumologi ospedalieri italiani, ha deciso di fare chiarezza su come dovrebbe comportarsi chi ha i polmoni malati. Innanzitutto spiegando che di Covid-19 non ci si ammala perché si ha una patologia polmonare o perché si sta facendo una pesante terapia immuno-soppressiva. Questo però non vuol dire abbassare la guardia, perché è vero anche che se si ha una grave malattia cronica ai polmoni, si ha un maggior rischio di complicanze se contagiati da SARS-CoV-2.
Per questo motivo è fondamentale praticare sempre le pratiche di igiene che abbiamo imparato a conoscere in queste lunghe settimane di quarantena: isolamento, distanziamento sociale (anche fino a 2 metri) e corretta pulizia delle mani. E la casa deve diventare un luogo in cui promuovere la salute invece di spegnerla. Quindi il consiglio è: continuare fare esercizio fisico, mangiare correttamente (con frutta e verdura e seguendo la dieta mediterranea), prendere sempre un po’ di luce sul balcone o alla finestra, in maniera da sintetizzare l’essenziale vitamina D.
Per tutti poi vale il consiglio generale, particolarmente importante per chi ha i polmoni cronicamente malati: evitare il fumo. Il tabagismo è infatti un accertato fattore di rischio di complicanze da Covid -19 e spegnere per sempre la sigaretta è una delle più importanti azioni che si possano intraprendere autonomamente. Gli altri fattori di rischio accertati sono invece non modificabili: sono più soggetti a gravi polmoniti virali gli anziani con patologie pregresse, che magari hanno fumato in passato (purtroppo molte persone affette da BCPO lo sono). Oltre al fumo, gli pneumologi consigliano poi di fare le vaccinazioni contro l’influenza e contro lo pneumococco, entrambe considerate un utile prevenzione nei confronti delle più comuni infezioni dell’apparato respiratorio.
Un grande timore del mondo medico è che i malati di una malattia cronica, come quelle polmonari, interrompano le terapie durante l’epidemia. Gli pneumologi ospedalieri italiani chiedono quindi a tutti coloro che soffrono di BPCO, asma bronchiale, fibrosi polmonare e altre patologie di continuare ad assumere i farmaci. Le medicine sono essenziali, soprattutto per chi soffre di asma grave. E ogni interruzione della terapia porta con sé il rischio di riacutizzare la malattia. Oltre alla gravità in sé di un’esacerbazione della patologia, la riacutizzazione rende più vulnerabili contro il coronavirus.
Fonte: http://www.aiponet.it/news/speciale-covid-19/covid-19-chiedi-allo-pneumologo.html