Lungo oppure espresso, amaro o zuccherato, nero oppure macchiato, il caffè è per noi italiani un baluardo identitario e un’abitudine irrinunciabile.
Per la sua posizione di rilievo tra le bevande più diffuse nel mondo – tra il 2020 e il 2021 sono state consumate quasi 10 milioni di tonnellate di caffè – è anche tra quelle di cui vengono maggiormente studiati gli effetti sulla salute.
È cosa nota che la caffeina, la principale sostanza stimolante contenuta nel caffè che ci regala quella sferzata di energia per cominciare bene la giornata, è anche capace di innalzare la nostra pressione arteriosa.
Meno noto, invece, è che il caffè nel suo complesso ha un effetto opposto, poiché ricco di sostanze antiossidanti in grado di favorire la dilatazione dei vasi sanguigni, più che controbilanciando l’effetto vasocostrittore della caffeina.
Per approfondire la relazione tra consumo di caffè e sistema cardiovascolare, un gruppo di studio congiunto dell’Università di Bologna e dell’IRCCS - Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna - Policlinico di Sant'Orsola ha messo mano ai dati raccolti negli anni dal Brisighella Heart Study, uno studio epidemiologico su larga scala che a partire dal 1972 ha monitorato l’andamento dei fattori di rischio per aterosclerosi e malattia coronarica in una popolazione rurale italiana. In particolare, gli studiosi hanno analizzato l'associazione tra il consumo di caffè e i parametri della pressione periferica e centrale.
I risultati della loro indagine sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Nutrients e parlano chiaro: chi beve regolarmente caffè – fino a tre tazzine al giorno - ha una pressione sanguigna più bassa rispetto a chi non ne beve, oppure ne consuma solo uno al giorno. La minor incidenza di manifestazioni ipertensive si conferma a livello periferico, come già intuito da precedenti studi, ma per la prima volta viene riscontrata anche a livello della pressione aortica centrale.
Le evidenze finora accumulate in merito, dunque, suggeriscono che il consumo di caffè diminuisca il rischio di sviluppare l’ipertensione e spiegano i documentati effetti protettivi contro malattie cardiovascolari e ictus, con diminuzione della relativa mortalità tra i cultori dell’espresso.
Fonte: https://www.mdpi.com/2072-6643/15/2/312