La pancia di ognuno di noi offre cibo e protezione a un esercito di alleati della nostra salute: il microbiota intestinale. Questi microrganismi benefici, riconosciuti come un vero e proprio organo simbionte, sono coinvolti in processi metabolici e immunitari fondamentali per l’organismo.
Studi clinici evidenziano però anche un’associazione tra la patogenesi di disturbi metabolici, cardiovascolari e neurologici e specifiche classi di metaboliti prodotti dai batteri che vivono nell’intestino. Per questo, negli ultimi anni il microbiota intestinale è diventato un target terapeutico per prevenire e trattare molte malattie croniche. E, va aggiunto, per migliorare lo stato di salute generale della persona, con importanti ripercussioni anche sulla longevità.
Un gruppo di ricerca canadese, in collaborazione con l’Università di Tartu in Estonia, ha voluto indagare il legame tra caratteristiche del microbiota, tratti cardiometabolici, malattie croniche e longevità utilizzando un metodo di ricerca innovativo, la randomizzazione mendeliana. I risultati dello studio sono stati pubblicati di recente sulla rivista Journal of Translational Medicine.
Nove i tratti cardiometabolici e otto le malattie croniche prese in considerazione dallo studio. Tra i primi ci sono: glucosio in condizioni di digiuno, insulina in condizioni di digiuno, sangue diastolico, pressione sanguigna sistolica, colesterolo HDL, colesterolo LDL, trigliceridi, tasso stimato di filtrazione glomerulare, indice di massa corporea. Mentre tra le malattie croniche troviamo: malattia arteriosa coronarica, diabete mellito di tipo 2, ictus ischemico, steatosi epatica, malattia renale cronica, osteoporosi, malattia di Alzheimer e depressione.
I risultati ottenuti dai ricercatori sono interessanti, anche se richiederanno ulteriori approfondimenti e verifiche, soprattutto perché vanno in controtendenza rispetto ai molti studi che evidenziano il ruolo del microbiota e dei metaboliti da essi prodotti nello sviluppo di varie patologie. Gagnon e colleghi hanno infatti trovato alcune associazioni significative tra caratteristiche del microbiota, tratti cardiometabolici e malattie croniche. Ma le correlazioni diventavano irrilevanti quando si andavano a condurre analisi statistiche più approfondite, in modo da controllare i cosiddetti fattori di confondimento.
Vale comunque la pena sottolineare che il primo step dello studio ha trovato, in particolare, una forte associazione tra livelli di serotonina e malattia arteriosa coronarica, e tra abbondanza di lattobacilli e diabete mellito. Solo nuovi e rigorosi studi permetteranno di fare maggiore chiarezza sulle interazioni tra microbiota intestinale, salute e longevità.
Fonte: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36717893/