Le scelte giuste contro IBS e disbiosi

La sindrome dell’intestino irritabile (IBS), il più comune disturbo funzionale in gastroenterologia, colpisce dal 7 al 10% della popolazione. E' inoltre associata agli squilibri microbici del tratto intestinale (disbiosi). I probiotici possono dunque essere assai utili e aiutare in tempi brevissimi a ripristinare l'equilibrio intestinale. Ma non va dimenticato un corretto stile di vita.

La ricerca scientifica suggerisce che, oltre allo stress e all'alimentazione, un ruolo importante in questi scenari sia svolto dal microbiota, la compagine di microorganismi in simbiosi con l'uomo che popola il nostro intestino. «E' possibile intervenire direttamente sulla correzione della disbiosi ricorrendo a opportuni probiotici – spiega Salvatore Cucchiara, direttore dell’Unità di gastroenterologia e epatologia pediatrica dell’Università “La Sapienza” di Roma - La condizione perché questo approccio sia utile, è che si ricorra a prodotti con una base scientifica certa, supportata da studi ad hoc. Dai dati disponibili, appare razionale l’impiego di combinazioni di ceppi, alcuni più attivi a livello intestinale, altri del colon».
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L'uso dei ceppi probiotici (come Bifidobacterium longum o Lactobacillus rhamnosus.) può dunque ricreare le condizioni di un microbiota equilibrato. Sul fronte della dieta è necessaria molta attenzione a ciò che mettiamo nel piatto: bisogna eliminare i grassi saturi e gli zuccheri raffinati (glucosio, fruttosio, ma anche sorbitolo e maltitolo spesso camuffati negli alimenti industriali e confezionati. «Poi vanno banditi gli oli vegetali idrogenati come l'olio di palma o di cocco – chiarisce Etta Finocchiaro, dietologa alla Città della salute e della scienza di Torino - sostanze che come gli zuccheri hanno subito trattamenti chimici con componenti potenzialmente nocivi e agiscono come agenti infiammatori».

Sono da consigliare invece tutte quelle sostanze che stimolano la crescita delle specie “buone” dei nostri microorganismi intestinali: yougurt, kefir, verdure come rape, cavoli, tuberi, olio extravergine di oliva, cerali integrali (che fanno fibra) e frutta di stagione. «Sì ancora alla frutta secca (come noci, pistacchi e mandorle) e al consumo di pesce, privilegiando quello azzurro e di piccole dimensioni», conclude Finocchiaro.


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