L'uso dei ceppi probiotici (come Bifidobacterium longum o Lactobacillus rhamnosus.) può dunque ricreare le condizioni di un microbiota equilibrato. Sul fronte della dieta è necessaria molta attenzione a ciò che mettiamo nel piatto: bisogna eliminare i grassi saturi e gli zuccheri raffinati (glucosio, fruttosio, ma anche sorbitolo e maltitolo spesso camuffati negli alimenti industriali e confezionati. «Poi vanno banditi gli oli vegetali idrogenati come l'olio di palma o di cocco – chiarisce Etta Finocchiaro, dietologa alla Città della salute e della scienza di Torino - sostanze che come gli zuccheri hanno subito trattamenti chimici con componenti potenzialmente nocivi e agiscono come agenti infiammatori».
Sono da consigliare invece tutte quelle sostanze che stimolano la crescita delle specie “buone” dei nostri microorganismi intestinali: yougurt, kefir, verdure come rape, cavoli, tuberi, olio extravergine di oliva, cerali integrali (che fanno fibra) e frutta di stagione. «Sì ancora alla frutta secca (come noci, pistacchi e mandorle) e al consumo di pesce, privilegiando quello azzurro e di piccole dimensioni», conclude Finocchiaro.