Soffrire di stipsi può indurre a chiudersi in sé stessi e persino a provare un senso di colpa per il disturbo.
Un’indagine condotta su un campione di quasi 3.000 pazienti provenienti da diversi Paesi - tra cui Italia, Stati Uniti e Regno Unito - ha documentato che la stitichezza è molto di più di un disturbo intestinale, comportando un deterioramento della qualità di vita paragonabile a quello causato da patologie anche molto più severe.
Le ricadute vanno dalla sfera emotiva - convinzione di essere più inclini ad ammalarsi, tendenza a isolarsi dagli altri per l’imbarazzo di parlare del problema, senso di colpa per via del disturbo, propensione a irritarsi facilmente - a quella fisica, con una minore capacità di svolgere le attività fisiche più intense, come sollevare pesi, inginocchiarsi, correre e persino percorrere lunghi tratti a piedi.
Questi risultati - dicono i ricercatori che hanno condotto lo studio - devono sensibilizzare gli operatori sanitari che hanno a che fare con pazienti affetti da stipsi sull’importanza di supportarli anche nell’affrontare e risolvere le ricadute emotive e psicologiche del disturbo.
Per approfondire: www.benessereintestinale.it