E' la rivoluzione digitale della sanità. Dietro l'acronimo PACS (Picture Archiving and Communication System) si nasconde una tecnologia applicata alla radiografia che sta cambiando la vita dei pazienti e dei medici in tutta Italia. Grazie al PACS non ci sono più ingombranti lastre di celluloide da portare a casa e conservare in qualche angolo dell'armadio, ma comodi cd-rom o dvd. Ma soprattutto l'intera storia radiografica dei pazienti sarà prodotta e archiviata in digitale. E disponibile in rete da ogni terminale connesso.
Tutto ciò produrrà una serie di notevoli vantaggi. “Con il PACS è scomparso il problema dell’archiviazione delle lastre di pellicola, che sono estremamente ingombranti, pesanti, inquinanti e anche pericolose perché infiammabili - spiega il Enrico Cavagna, direttore del Dipartimento di patologia clinica e radiologia di Rimini, una struttura che ha appena messo sull'on la nuova tecnologia con 41 stazioni di refertazione – per recuperare le immagini di un esame precedente non è più necessaria una persona dedicata che vada a rovistare negli archivi: bastano pochi clic del mouse. Non solo: nell’archivio digitale le immagini non si smarriscono, come poteva succedere per le pellicole. E sono disponibili 24 ore su 24, sette giorni a settimana, in quanto non dipendono dalle persone”.
L'intero archivio, in grado di contenere milioni di esami, è naturalmente in rete. Una persona quindi può sottoporsi ad una radiografia (ma anche a tac o risonanze e in futuro probabilmente ad altri tipi di esami) in un ambulatorio e l’esame sarà visto su computer dal medico di un'altra città che potrà così formulare la propria diagnosi a distanza e elaborare le immagini (zoom, contrasti, etc) in una maniera altrimenti impossibile con le vecchie fotografie di celluloide. Inoltre il capitolo sui costi è positivo: anche se costa milioni di euro, il PACS dovrebbe ripagarsi dal risparmio sulle costose lastre, che non verranno più acquistate, e dagli spazi fisici che la digitalizzazione riuscirà a liberare (le radiografie infatti vanno conservate per dieci anni all'interno delle strutture ospedaliere). Il PACS si integra con i software RIS (Radiology Information System) per l'immissione nel sistema informatico ospedaliero dei dati del paziente a cui sarà per sempre associato un unico codice identificativo.
Fonte: http://www.saluter.it/news/ausl-romagna/addio-lastre-di-celluloide-a-rimini-arriva-il-ris-pacs