Malattie gravi della pelle: che fare se c’è il Covid-19?

L’epidemia da Covid-19 ha sconvolto le vite delle persone. Nel timore di contrarre la malattia, rinchiusi in casa, molti possono decidere di interrompere le proprie terapie per non recarsi all’esterno o per paura di diventare troppo deboli per via dei farmaci. Questo preoccupa anche i dermatologi della più antica società scientifica italiana, la SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse) che hanno in cura pazienti con malattie molto gravi, come tumori cutanei o sindromi infiammatorie croniche. Il rischio è tale che la società ha voluto stilare dei vademecum operativi dedicati sia ai colleghi che ai pazienti colpiti da gravi patologie cutanee.

Nel ricordare che lavare le mani col sapone o gel idroalcolico è il miglior modo per evitare di entrare in contatto col virus, i dermatologi italiani sono concordi nel suggerire, a livello generale, a tutti coloro che hanno sintomi compatibili con Covid-19 di evitare di andare alle visite specialistiche dermatologiche per non correre rischi inutili. Quando un paziente crede di aver contratto il virus deve subito contattare il dermatologo che lo segue o la struttura di riferimento per capire cosa fare.

In generale non conviene cambiare i piani terapeutici in corsa. Ad esempio, le visite dermatoscopiche con cui si scovano i melanomi sospetti vanno tendenzialmente confermate. In questi contesti, il dubbio che potrebbe assalire il paziente è che lo strumento per visualizzare i nevi, essendo utilizzato per parecchie visite in un giorno, potrebbe essere non sicuro e diventare un veicolo di trasmissione del coronavirus. La società scientifica si sente di tranquillizzare tutti su questo tema: i protocolli prevedono che il dermatoscopio venga sempre disinfettato, come anche i lettini utilizzati per far distendere il paziente. Se il dermatologo ritiene che la visita sia urgente quindi, non bisogna esitare ad andarci.

La paura principale che emerge dal vademecum dei dermatologi è che le persone decidano di interrompere i trattamenti farmacologici per timore che i farmaci usati in dermatologia – che abbassano le difese naturali dell’organismo – li rendano più vulnerabili al virus. A questa paura gli esperti ricordano che non c’è evidenza scientifica che i farmaci contro le infiammazioni (creme al cortisone, inibitori della calcineurina) procurino rischi maggiori di contrarre l’infezione, e questo vale anche con un farmaco come l’isotretinoina, usata per combattere le forme più acute di acne. “La terapia nella maggior parte dei casi sarà continuativa – ha spiegato Ketty Peris, presidente della società di dermatologia - ma si deciderà caso per caso”. Analogo semaforo verde anche per gli interventi chirurgici con cui asportare i melanomi sospetti o altri tumori della pelle, come il carcinoma basocellulare o quello squamocellulare.

I vari vademecum SIDeMaST sono scaricabili dal sito della società scientifica e sono ripartiti in funzione delle patologie della pelle, in maniera che i pazienti possano trovare le raccomandazioni più vicine alla propria situazione. Il filo conduttore di tutti i documenti è che ogni scelta terapeutica va sempre decisa con il medico curante in funzione della gravità della malattia.

I vademecum SIDeMaST:

https://www.sidemast.org/blog/coronavirus


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