Già a capo, per 16 anni, dell’unità di immunologia dell’Istituto europeo di oncologia, Maria Rescigno sembra inarrestabile come figura di riferimento nel suo campo. Ora si divide fra l’insegnamento e la ricerca immunologica di alto livello – entrambe le attività condotte all’Università Humanitas – e l’imprenditoria tramite Postbiotica, una start-up creata 5 anni fa che lavora in un campo d’avanguardia: la produzione di metaboliti dei probiotici per la terapia di malattie infiammatorie e immunitarie. A lei FaroMed ha chiesto qualcosa di più sull’importanza del microbiota intestinale.
Lo sviluppo del sistema immunitario inizia ben prima del parto. Alcuni organi si preparano alla nascita: durante la gravidanza, infatti, la permeabilità dell’intestino materno si modifica leggermente e alcune componenti di origine batterica passano nel circolo sanguigno e, attraverso la placenta, raggiungono il feto e fanno una specie di training al sistema immunitario. Al momento della nascita, il neonato viene a contatto con i batteri materni e inizia a formarsi il microbiota vero che andrà via via diversificandosi durante lo sviluppo. Numerosi studi hanno dimostrato poi come la colonizzazione batterica, nei primi tre anni di vita, sia determinante per lo sviluppo del sistema immunitario.
Ma c’è qualche condotta che la madre dovrebbe adottare per garantire un migliore microbiota al nascituro?
Le evidenze scientifiche sembrano indicare che il parto naturale e l’allattamento al seno favoriscano una maggiore diversità del microbiota nel neonato.
C’è quindi un legame tra intestino e difese dell’organismo. Lo stato del microbiota – quello che un tempo veniva chiamato flora intestinale – ha effetti diretti sul sistema immunitario…
Il microbiota agisce sia sul sistema immunitario innato che su quello adattativo. L’immunità innata è costituita dalle barriere fisiologiche come il muco, l’epitelio e la barriera vascolare che separa l’intestino dalla circolazione sistemica: rappresenta il primo sistema di difesa contro l’invasione da parte dei microrganismi patogeni. L’immunità adattativa o acquisita si attiva più tardivamente come risposta ai singoli agenti patogeni e ha la caratteristica di “ricordare” gli agenti patogeni con cui viene a contatto.
Su cosa sta lavorando la ricerca che si occupa rapporti tra microbiota e sistema immunitario?
L’aspetto pratico più promettente della ricerca è lo studio per conoscere meglio alcune malattie e come curarle. Sembra infatti accertato che le alterazioni del microbiota possano causare non solo le infezioni intestinali, ma anche innescare infezioni extra intestinali. Il microbiota può avere anche un ruolo importante nella tumorogenesi, rilasciando, ad esempio, sostanze che favoriscono la trasformazione di una cellula da normale a tumorale o frenando la proliferazione delle cellule tumorali. Sempre in ambito oncologico si sta cercando di capire il ruolo del microbiota sulla risposta all’immunoterapia. Numerosi studi hanno dimostrato inoltre la correlazione tra microbiota e patologie epatiche. Un nuovo fronte di grande interesse riguarda le malattie autoimmuni.
Il legame tra la salute intestinale e quella generale è sempre più solido. Ma come possiamo imparare ad aver cura del nostro microbiota? Quale consiglio possiamo dare?
Quello di considerare il nostro microbiota come un organo. Tutto ciò che introduciamo nel corpo non serve solo per la nutrizione dell’organismo, ma anche per quella del microbiota stesso.
È attraverso un’alimentazione corretta e varia che è possibile far sì che si crei un microbiota il più diversificato possibile. Ed è così che il nostro sistema immunitario si trova nelle condizioni ottimali e può rispondere al meglio a qualsiasi stimolo.
Tratto da: The Microbiome Theory su https://microbioma.it/