In futuro alcuni disturbi dell’apparato riproduttivo femminile e della salute riproduttiva - come parto pretermine, infertilità, cervicite e rischio di infezioni sessualmente trasmissibili (IST) - potranno essere curati con degli interventi mirati al microbiota cervicovaginale.
È quello che emerge da uno studio pubblicato su Microbiome a luglio 2021 da un team internazionale di ricercatori e ricercatrici coordinato da Alexander Munoz dell’Harvard Medical School e Ragon Institute of Massachusetts General Hospital su un campione di donne sudafricane.
Nel nostro corpo vivono trilioni di microbi di diverse centinaia di specie che prendono parte a numerosi processi biologici influenzandoli positivamente o negativamente (anche se molti sono neutri). Il tratto cervico-vaginale è sede di una complessa comunità microbica ed è già stato riscontrato che un microbiota cervico-vaginale povero di Lactobacillus è associato ad alcune condizioni negative per la salute riproduttiva.
Non tutte le popolazioni presentano lo stesso rischio. Rispetto alla popolazione nordamericana, ad esempio, le donne dell’Africa subsahariana presentano un microbiota ad alto rischio di disturbi dell’apparato riproduttivo.
Un campo poco studiato è quello delle transizioni tra comunità batterica ad alto rischio a quelle a basso rischio e viceversa. La ricerca pubblicata su Microbiome si è concentrata su questo, coinvolgendo 88 giovani donne nere sudafricane sane alle quali sono stati effettuali 306 tamponi cervico-vaginali a intervalli regolari, con un follow-up di circa 9 mesi in media. Le partecipanti sono state coinvolte grazie alla collaborazione con il programma FRESH (Females Rising through Education, Support and Health) che ha sede a Umlazi in Sudafrica.
I tamponi sono stati processati per analizzare la composizione batterica del tratto cervicovaginale delle partecipanti. I ricercatori e le ricercatrici hanno scoperto così che le comunità ricche della specie Lactobacillus iners hanno un’alta probabilità di diventare ad alto rischio. Questo però non succede quando sono ricche di Lactobacillus crispatus.
Si tratta di un primo passo verso una conoscenza che porterà a interventi mirati sul microbiota dell’apparato riproduttivo. “I nostri risultati identificano un ruolo per le nuove terapie che hanno come target il microbiota per aiutare a ridurre i tassi di esiti riproduttivi avversi, inclusa l'infezione con HIV, tra le donne che vivono nell'Africa subsahariana” si legge dalle conclusioni dello studio.
Fonte: https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-021-01096-9#Sec8