Un nuovo studio, condotto dal gruppo di ricerca di Haipeng Sun del Dipartimento di biochimica e microbiologia della Rutgers University, ha indagato l’effetto dei cereali integrali nella dieta durante la gravidanza. Il consumo di cereali integrali è considerato positivo grazie ai suoi benefici metabolici.
Le attuali linee guida americane consigliano il consumo di cereali integrali in donne non gestanti ma i dati a sostegno dei benefici dell’uso di questi cereali durante la gravidanza sono ancora insufficienti. Ciò è ancora più importante considerando l’ipotesi di Barker, che afferma come la dieta durante la gravidanza abbia una forte influenza sulla salute del neonato. Inoltre, nessuno degli studi finora usati per la stesura delle linee guida ha finora considerato gli effetti sul microbioma vaginale e anale della madre.
Per questo lo studio di Sun ha avuto come obiettivo il confronto tra una dieta durante la gravidanza contenente il 75% dei carboidrati sotto forma di cereali integrali e una contenente la stessa percentuale di carboidrati sotto forma di cereali raffinati, analizzando gli effetti sul microbioma.
Sono stati misurati l’aumento di peso dovuto alla gestazione, la tolleranza al glucosio e l’esito della gravidanza in 248 donne volontarie di cui 103 hanno consentito a fornire tamponi vaginali e 109 tamponi anali, in modo da poter effettuare delle analisi sul microbioma, grazie all’indagine con 16SrRNA. I campioni sono stati raccolti prima di iniziare la dieta prescritta e dopo 17-32 settimane dall’inizio di questa. Per misurare il consumo di cereali integrali i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a questionari sulla frequenza dell’alimentazione e sono stati misurati i valori di alchilresorcinoli presenti nel plasma.
I ricercatori non hanno notato differenze dovute alle dieta nell’aumento di peso materno, nel peso del neonato e al test di intolleranza al glucosio. Le madri che hanno consumato i cereali integrali hanno evidenziato la tendenza alla diminuzione dei batteri alfa vaginali durante la gestazione, e un aumento nella prevalenza dei lattobacilli. Il microbioma anale non ha evidenziato differenze significative.
Questi risultati suggeriscono che le differenze legate alla dieta nel microbioma vaginale durante la gestazione potrebbero avere importanti implicazioni per la salute della madre e del neonato e per il trasferimento di parte del microbioma al nuovo nato.
Fonte: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35525865/