Il colesterolo si abbassa a tavola

Intervenendo sulle abitudini alimentari di chi ha ipercolesterolemia lieve o moderata si ottengono risultati comparabili con quelli di alcuni trattamenti farmacologici.

Una dieta specifica regolata su misura per uno specifico paziente è in grado di ridurre la concentrazione di colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL) fino al 20%. In particolare, determinano effetti positivi la sostituzione di acidi grassi saturi con acidi grassi polinsaturi e l’integrazione con steroli vegetali e altri nutrienti.
Come emerge dalla revisione della letteratura scientifica pubblicata sulla rivista Nutrients nel marzo del 2023, alcune combinazioni di nutrienti e integratori specifici possono fornire risultati analoghi a quelli delle terapie farmacologiche a base di statine ed ezetimibe.

Considerando che l’ipercolesterolemia colpisce il 35% della popolazione in Italia, e che la maggior parte delle persone non presta la giusta attenzione a questo fattore di rischio, l’adozione di una dieta sana e bilanciata potrebbe essere un valido aiuto per molti casi. Questo non vale, hanno specificato gli autori della ricerca, per i pazienti con dislipidemia complessa o che presentano disturbi metabolici di origine genetica.

Che l’alimentazione possa avere un ruolo cruciale nella riduzione della concentrazione di colesterolo LDL – e più in generale nel controllo dell’ipercolesterolemia – non è una novità, ma il fatto che si possano ottenere risultati paragonabili a trattamenti farmacologici specifici apre le porte a nuovi possibili approcci terapeutici. Per le tante persone che si trovano in una condizione di ipercolesterolemia da lieve a moderata, gli interventi basati su un cambio delle abitudini alimentari possono essere in generale preferibili rispetto ai trattamenti farmacologici.

Assumere alimenti come noci e crusche, oppure seguire una dieta vegetale a basso contenuto di grassi saturi combinata con integratori specifici come i fitosteroli, riduce l’ipercolesterolemia e il rischio cardiovascolare.

La ricerca ha comunque fatto emergere una volta di più come, affinché si possano ottenere risultati realmente validi, sia necessario il supporto medico nell’impostazione della migliore strategia.


Fonte: https://www.mdpi.com/2072-6643/15/5/1249



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