La spettroscopia di impedenza elettrica (EIS), una tecnica di misurazione delle proprietà elettriche di un qualsiasi mezzo, può permettere di rilevare disfunzioni della barriera cutanea e dunque di riconoscere i bambini e le bambine che hanno la dermatite atopica (AD), distinguendoli da quelli sani. L’utilizzo di questa tecnica sembra consentire di prevedere quale sarà lo sviluppo della patologia, oltre che di identificare eventuali fattori di rischio.
Questi risultati sono stati pubblicati nel settembre dello scorso anno sullo European Journal of Allergy and Clinical Immunology, a seguito di uno studio che intendeva valutare un nuovo metodo per diagnosticare e prevenire la dermatite atopica.
Utilizzando solamente la EIS, e confrontando i risultati con lo stato di salute della pelle di bambini di età compresa tra i 4 mesi e i 3 anni, è stato realizzato e perfezionato un algoritmo di intelligenza artificiale capace di identificare la probabilità che una misurazione provenga da una persona con la patologia attiva.
Nei paesi sviluppati, grossomodo una frazione tra il 10% e il 20% dei bambini convive con la dermatite atopica, una malattia infiammatoria cronica della pelle caratterizzata da lesioni eczematose ricorrenti. Oltre a determinare un peggioramento della qualità di vita, questa condizione favorisce lo sviluppo di comorbilità allergiche e infezioni di vario genere. La diagnosi precoce è utile non solo per limitare lo sviluppo dei sintomi, ma anche per prevenire l’insorgenza di altre patologie. Per questo scopo è utile valutare con tempestività la conduttività elettrica della pelle, analizzando la compattezza e la struttura delle cellule, i lipidi e il contenuto di acqua.
Finora la EIS è stata principalmente utilizzata sugli adulti, ma può avere un ruolo decisivo anche per la diagnosi precoce nei più piccoli, come nel caso della dermatite atopica. I punteggi ottenuti evidenziavano chiaramente la differenza tra pelle sana e pelle con AD, sottolineando anche alcuni fattori predittivi nelle persone sane per il possibile sviluppo della malattia.
Al contrario, non è stata riscontrata alcuna chiara associazione tra il punteggio ottenuto attraverso l’EIS e la gravità dell'AD o la sensibilizzazione agli allergeni testati. Infine, come hanno chiarito gli autori della ricerca, le prestazioni dell'algoritmo non sono state influenzate neppure dall'età, e sembrano essere valide per tutte le persone.
Fonte: https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/all.15895