Rallentare i processi di invecchiamento è diventato un leitmotiv dell’epoca moderna, dalla ricerca scientifica più avveniristica fino ai rimedi fatti in casa con le ricette della nonna. Un argomento di particolare interesse, in questo mare magnum, è rappresentato dal rallentamento dell’invecchiamento ovarico.
Questo obiettivo appare essenziale non solo per prolungare la funzione riproduttiva femminile, ma anche per migliorare le condizioni ossee e urogenitali legate appunto all’invecchiamento degli organi riproduttivi nelle donne. Studi recenti hanno infatti evidenziato che l’invecchiamento ovarico precede quello degli altri organi, agendo come una sorta di metronomo del processo di invecchiamento globale.
Un gruppo di ricerca cinese ha affrontato questo argomento, focalizzandosi in particolare sul ruolo del microbiota intestinale nell’invecchiamento ovarico. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Gut Microbes.
Le alterazioni nella composizione e nel profilo funzionale del microbiota intestinale sembrano avere profonde conseguenze sulla funzione ovarica. Studi sperimentali e clinici hanno rivelato, per esempio, un legame tra la disbiosi intestinale e lo sviluppo follicolare. In modo analogo, l’insufficienza ovarica precoce è stata associata a squilibri nella composizione del microbiota intestinale.
Secondo Huang e colleghi, la manipolazione del microbiota rappresenta quindi un approccio promettente per sviluppare nuove strategie terapeutiche mirate a ritardare l’invecchiamento ovarico. Gli autori discutono per esempio la batterioterapia basata su probiotici, prebiotici e simbiotici, evidenziando in particolare il ruolo dei batteri appartenenti ai generi Lactobacillus e Bifidobacterium.
Prendono in considerazione anche gli integratori e le diete “anti-invecchiamento”, analizzandone gli effetti sia a livello di microbiota intestinale sia per quanto riguarda la funzionalità ovarica. Tra gli integratori presi in esame ci sono il coenzima Q10, la melatonina e il resveratrolo, comunemente somministrati come agenti anti-invecchiamento.
Per quanto riguarda la dieta, gli autori si focalizzano in particolare sulla restrizione calorica. I risultati sono interessanti, sebbene secondo gli autori siano necessari ulteriori studi e ricerche per validarne l’efficacia nel contesto dell’invecchiamento ovarico.
Fonte: https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/19490976.2023.2295394