Il dolore lombare è tra le principali cause di disabilità a livello globale. Due pazienti su tre soffrono in concomitanza di dolore neuropatico a una o ad entrambe le gambe, una condizione spesso diagnosticata come dolore riferito alla gamba o sciatica.
Un team inglese e australiano ha voluto indagare alcuni aspetti di questi disturbi molto fastidiosi e talvolta persino invalidanti, analizzando in particolare l’andamento nel tempo della sciatica nei pazienti con dolore neuropatico alla bassa schiena. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista The Journal of Pain.
Lo studio è stato condotto nel Regno Unito tra aprile 2011 e marzo 2013 e ha esaminato la prognosi di 511 pazienti che si sono rivolti al servizio sanitario di base per un dolore neuropatico nella parte lombare. I dati sono stati raccolti mediante esami clinici standardizzati e tecniche diagnostiche come la risonanza magnetica, oltre che con questionari di autovalutazione, a intervalli di 4 mesi, 12 mesi e 3 anni dall’insorgenza dei disturbi.
Circa il 40% dei pazienti presentava dolore neuropatico persistente alle gambe, oltre che alla zona lombosacrale, dopo 4 mesi dai primi sintomi, con un’associazione significativa tra persistenza e intensità del dolore. In generale, riportano gli autori, i pazienti presentavano una diminuzione progressiva e graduale dell’intensità del dolore man mano che ci si spostava dal breve termine (4 mesi), al medio (12 mesi) e fino al lungo termine (3 anni). Harrisson e colleghi evidenziano però anche che né l’intensità del dolore alle gambe percepita dai pazienti, né le immagini fornite dalla risonanza magnetica permettevano di predire la presenza di dolore neuropatico persistente sul lungo termine.
Quali informazioni ci fornisce allora questo studio sulla prognosi dei pazienti con dolore neuropatico alla bassa schiena e riferito alla gamba? Primo tra tutti, il fatto che il dolore neuropatico non è sempre persistente nelle due regioni del corpo, al contrario di ciò che comunemente si riteneva.
Gli autori evidenziano anche come la ricerca di fattori predittivi della persistenza del dolore sia particolarmente complessa, rendendo quindi altrettanto difficile la prognosi.
Dato che il dolore neuropatico alla zona lombosacrale e la sciatica a esso associata interessano un’importante fetta della popolazione e possono incidere in modo significativo sulla qualità della vita dei pazienti, è di vitale importanza condurre ulteriori ricerche per sviluppare modelli prognostici e definire trattamenti efficaci alle diverse scale temporali.
Fonte: https://www.jpain.org/article/S1526-5900(23)00545-X/fulltext