Cosa s’è imparato da un enorme studio su arterie periferiche e piccoli vasi

I pazienti ricoverati con malattia arteriosa periferica (PAD) sviluppano con più probabilità la malattia microvascolare (MVD), una condizione caratterizzata da disfunzioni a livello dei piccoli vasi sanguigni (arteriole, venule e capillari).

Questa è la principale conclusione dello studio scientifico pubblicato sulla rivista Journal of the American Heart Association nel gennaio 2024, in cui sono stati esaminati i dati relativi a quasi 34 milioni di pazienti (inclusi dal National Readmissions Database), di cui 9,1 milioni con PAD, 21,3 milioni con MVD e 3,6 milioni con entrambe le condizioni.

Dallo studio sono stati esclusi pazienti con età inferiore a 18 anni o con lesioni alle gambe non aterosclerotiche, ma la possibilità di disporre di un gruppo di pazienti così elevato ha permesso di ottenere dati ampiamente convalidati e di individuare correlazioni significative anche per quadri clinici poco frequenti.

La PAD è una condizione caratterizzata dalla riduzione del flusso sanguigno alle estremità del corpo, solitamente alle gambe e ai piedi. Questa patologia è spesso causata dall'accumulo di placche di grasso e colesterolo sulle pareti interne delle arterie che forniscono sangue alle gambe. L’accumulo, ben noto come aterosclerosi, può restringere o bloccare parzialmente le arterie, riducendo l'afflusso di sangue e di ossigeno ai tessuti circostanti.

Oltre a sintomi comuni come dolore, crampi o affaticamento alle gambe durante l’attività fisica, nelle fasi più avanzate della malattia si può verificare l’insorgenza di ulcere e infezioni, con la necessità nei casi più gravi di ricorrere all’amputazione dell’arto.

Dall’analisi delle informazioni cliniche è emerso che oltre un quarto dei pazienti ricoverati con PAD aveva come comorbidità MVD: precisamente, il 28,1% dei pazienti con PAD presenta anche MVD, con un aumento progressivo di questa percentuale al trascorrere del tempo. I pazienti con queste condizioni hanno mostrato tassi più elevati di diabete, malattia renale cronica, anemia e obesità, oltre a un maggiore rischio di ischemia e di amputazioni (il gruppo con PAD e MVD ha avuto un tasso di amputazione maggiore del 76%).

Insomma, sviluppare entrambe le condizioni patologiche determina un aumentato rischio di compromettere la salute generale dell’organismo, di sviluppare disturbi metabolici e dunque di morte prematura.

Gli autori della ricerca hanno chiarito che queste informazioni sono utili perché, oltre a promuovere l’adozione di stili di vita più sani per le persone con PAD, suggeriscono l’importanza di prevenire l’insorgenza di MVD per prevenire il progresso della malattia e per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari avversi.



Fonte: https://www.ahajournals.org/doi/epub/10.1161/JAHA.123.030710


🕑