Il cellulare fa male ai bambini? Su “Microwave Magazine” di dicembre una completa disamina delle raccomandazioni delle principali Agenzie pubbliche mette a nudo tutta l’incertezza degli studi e riporta il dibattito sul principio precauzionale.
L’articolo, di Tung Tommy Chau e di Kenneth R. Foster, esamina il Rapporto Stewart (prima e seconda versione, 2000 e 2005) lo Zmirou report francese, i documenti dell’ICNIRP, della FDA, dell’Organizzazione mondiale della sanità, dell’olandese HCN fino all’australiana Arpansa.
Il punto di vista è unanime: non sono emerse evidenze scientifiche di nessi causali tra esposizione ai campi elettro magnetici e rischi per la salute umana. Un solo rapporto, lo Stewart, esorta a limitare l’uso dei telefonini da parte di ragazzi e bambini, rifacendosi a studi sulla differenza di assorbimento delle emissioni da parte del cranio dei bambini. Secondo gli autori dell’articolo, però, ulteriori studi rivelerebbero l’esatto contrario: i bambini assorbirebbero meno energia dai campi rispetto agli adulti.
Non avendo dati certi, il dibattito si gioca sul terreno della precauzione e della gestione dei rischi. Su questo argomento il rapporto Stewart conclude con l’indicazione: “se proprio i genitori sono preoccupati, cerchino di limitare numero e durata delle chiamate e ricorrano a dispositivi viva-voce o agli auricolari per tener lontano il telefonino dalla testa”. Il principio è quello precauzionale quindi, anche se, ricordano gli autori, esistono studi in cui si evidenzia che l’adozione di misure precauzionali non fa che aumentare i timori delle persone e amplificare la percezione del rischio.