Aprire capsule, spezzare compresse, polverizzare pastiglie: in molte strutture assistenziali è prassi agire sui medicinali orali, ma tali pratiche possono essere pericolose sia per i pazienti che per gli operatori sanitari. Il Ministero della Salute ha stilato una raccomandazione per evitare qualsiasi rischio.
I farmaci orali sono progettati non solo a livello di principio attivo per curare efficacemente. Anche la loro formulazione finale è importante ai fini della terapia. Ad esempio, principi attivi di consolidata efficacia come i FANS vanno somministrati racchiusi in polimeri in grado di resistere agli acidi gastrici: dato che possono dare irritazioni gastriche, la formulazione consente al medicinale di attraversare lo stomaco rilasciando il principio attivo nell’intestino. Eppure, gli operatori di molte strutture assistenziali per vari motivi manipolano autonomamente questo tipo di farmaci, modificandone la formulazione e mettendo a rischio l’efficacia e la sicurezza della terapia. Per evitare questo scenario il Ministero della Salute ha appena diramato una puntuale raccomandazione rivolta a tutte le strutture sanitarie e assistenziali, pubbliche e private.
La raccomandazione ministeriale – che reca il numero 19 – si rivolge a chi deve assistere pazienti e che per vari motivi, per esempio la banale condizione di avere un dosaggio non disponibile in commercio, sono costretti a manipolare i farmaci.
Facendo proprie le evidenze riportate dalle più autorevoli società scientifiche e agenzie internazionali, il Ministero nel suo documento evidenzia i rischi (instabilità del medicinale, effetti irritanti locali, perdita di efficacia della terapia) e gli errori più comuni che vengono commessi, come la mancanza di pulizia degli strumenti usati per triturare e polverizzare farmaci. La valutazione ha lo scopo che il principio attivo manipolato mantenga la sua stabilità e farmacocinetica originaria e che non comporti alcuna tossicità né per il paziente, né per l’operatore sanitario. Aprire capsule, spezzare compresse, polverizzare pastiglie: in molte strutture assistenziali è prassi agire sui medicinali orali, ma tali pratiche possono essere pericolose sia per i pazienti che per gli operatori sanitariAprire capsule, spezzare compresse, polverizzare pastiglie: in molte strutture assistenziali è prassi agire sui medicinali orali, ma tali pratiche possono essere pericolose sia per i pazienti che per gli operatori sanitari
La Raccomandazione considera tutta la gamma di medicine da prendere via bocca, escludendo esplicitamente i farmaci neoplastici. Nel documento il Ministero dà molta enfasi al ruolo del farmacista (che va interpellato durante il processo a garanzia della sua efficacia) e chiede a tutti gli operatori, sia che lavorino in strutture sanitarie e assistenziali, sia che assistano i pazienti a domicilio, di verificare sempre preliminarmente se non vi siano alternative alla manipolazione. Se proprio si deve agire sul farmaco, il Ministero chiede che lo si manipoli solo immediatamente prima la somministrazione di ogni singola dose. A livello pratico le pastiglie vanno tagliate lungo la linea di divisione e comunque non vanno mai divise in meno di un quarto, se non specificato dal produttore. Le capsule molli non vanno mai aperte, né bisogna farlo con quelle a rilascio prolungato, perché il rilascio immediato dell’intera quantità di farmaco può provocare un pericoloso sovradosaggio.
Leggi la raccomandazione: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2892_allegato.pdf