L'albero genealogico può dare una grossa mano nella difficile lotta contro il cancro, consentendo in taluni casi una diagnosi precoce, come avvenuto nel caso di una donna inglese di 39 anni, diventata di recente madre per la terza volta, alla quale è stato tempestivamente diagnosticato il cancro alla mammella dopo la scoperta che nella sua famiglia si erano già registrati trentun casi di tumore al seno. Il responsabile sarebbe stato un gene introdotto un secolo e mezzo fa da antenati italiani. Alexandra B. è riuscita a evitare la brutta fine fatta della mamma e della nonna materna – morte entrambe giovani per una forma particolarmente maligna di cancro della mammella – grazie a una visita fatta a un oncologo di Manchester, il professor Garteh Evans, che ha ricostruito l'albero genealogico della famiglia risalendo fino a tre parenti italiani, tra loro fratelli, emigrati in Gran Bretagna a metà del diciannovesimo secolo.
Il prof. Evans ha identificato un oncogene del cancro alla mammella in 16 parenti viventi della paziente in questione. A seguito del riscontro di tale gene anche in Alexandra B., il professore ha reso noto alla paziente di avere l'85% di probabilità di ammalarsi, e per tale motivo la donna ha chiesto di essere sottoposta a una doppia mastectomia. Il destino ha voluto che proprio mentre A. B. si preparava a quest'intervento preventivo le è riscontrato riscontrato un piccolissimo nodulo alla mammella sinistra. A quel punto la mastectomia è stata effettuata immediatamente ed è stata seguita da sei mesi di chemioterapia.
«L'allerta preventiva sul fattore di rischio “albero genealogico” è stata vitale per la mia sopravvivenza. La conoscenza di tutti i dettagli sulla storia della mia famiglia ha permesso di individuare il male nelle sue primissime fasi» ha affermato Alexandra, che vive a Wilmslow nel Cheshire e ha tre figli.
Il caso di Alexandra risale a dieci anni fa ma è stato reso noto soltanto in questi mesi in concomitanza dell'apertura di un grosso centro per la prevenzione dei tumori a Manchester, nel quale lavora il prof. Evans. A quanto si è saputo, undici donne discendenti dai tre fratelli italiani si sono già sottoposte a chirurgia preventiva dopo aver saputo di essere portatrici del gene. Il prof. Evans si è lamentato del fatto che le leggi sulla privacy attualmente in vigore nel Regno Unito non permettono ai medici di contattare sulla base dell'albergo genealogico le persone potenzialmente a rischio.