Sono figlie naturali dei nostri tempi. Sono le malattie croniche, che colpiscono ormai un italiano su tre. L'allarme viene dai medici di famiglia della FIMMG, riuniti a congresso a Villasimius, in provincia di Cagliari. I numeri parlano chiaro: il 36,6% della popolazione soffre di malattie croniche, con punte del 40,1% nel centro Italia. Sono malati cronici l'80,7% degli anziani, ma non sono immuni neanche i giovani sotto i 24 anni: il 9,9% (9,7% nel 2001), e il fenomeno è destinato ad aggravarsi, soprattutto nelle donne.
Da un’indagine dell’ISTAT del 2005 che riporta la fotografia della popolazione secondo il tipo di malattia cronica dichiarata, emerge che le malattie croniche più diffuse tra la popolazione, rilevate nell'ambito di 24 patologie sono: artrosi/artrite, 18,3% degli italiani; ipertensione arteriosa 13,6%; malattie allergiche 10,7%; diabete circa 3.000.000 soggetti. Le malattie croniche con netta prevalenza femminile sono l'artrosi/artrite (21,8% contro il 14,6%), l'osteoporosi (9,2% contro l'1,1%) e la cefalea (10,5% contro il 4,7%). Nel sesso maschile prevalgono invece la bronchite cronica/enfisema (4,8% contro il 4,2%) e l'infarto (2,4% contro l' 1,1%).
Ma la situazione diventa più grave se ad essere malato è un immigrato. Una casistica prodotta dall'IRCCS San Gallicano di Roma conferma che su 9952 immigrati, il 37,1% è affetto da patologie croniche degenerative e dimostra una minore aderenza alla terapia a causa delle difficili condizioni di vita: dai numerosi cambi di residenza, all'assenza alle visite di controllo, alla non accettazione di alcuni effetti collaterali dovuti ai farmaci assunti. Ma quali sono le cause di questa che viene a prospettarsi come la pandemia dell'imminente futuro? I responsabili della maggior parte delle malattie croniche sono un gruppo esiguo di fattori di rischio, combinati tra loro, come spiegano i medici di famiglia: ipertensione arteriosa, tabagismo, alcool, ipercolesterolemia, soprappeso, basso consumo di frutta e verdura, inattività fisica. Queste cause, insieme a caratteristiche immodificabili come età e familiarità, sono alla base di cardiopatie, malattie vascolari, neurologiche, e respiratorie croniche fino ad alcuni gravi tipi di neoplasie. L'età, poi, favorisce lo svilupparsi della cronicità. «Il miglioramento delle condizioni economico-sociali – commenta Giacomo Milillo, Segretario Nazionale della FIMMG – i progressi della medicina, l'allungamento della vita media, stanno generando radicali modificazioni della storia naturale delle malattie. Patologie anche gravi sono divenute malattie croniche. Si sta verificando un vero e proprio spostamento dell'asse delle cure, un viraggio, dall'acuto al cronico. I pazienti cronici spesso affrontano non solo singoli episodi di malattia, ma articolati percorsi di cura. Ciò comporta maggiore numero di visite specialistiche, ricoveri in ospedale, interventi».