Uno studio inglese, durato 16 anni, ha determinato l’efficacia della sorveglianza endoscopica nella riduzione del rischio di sviluppo di cancro al colon in soggetti con anamnesi positiva per questo tipo di tumore.
Per i 1678 partecipanti, registrati presso una clinica oncologica di Londra, veniva inizialmente eseguita una colonscopia ogni 5 anni e l'intervallo veniva abbreviato a 3 anni se si scopriva un adenoma.
I pazienti sono stati classificati secondo la loro anamnesi in “soggetti a rischio moderato” se vi erano fino a 3 parenti di primo grado affetti da cancro del colon-retto, e “soggetti ad alto rischio” se le famiglie soddisfacevano i criteri di Amsterdam per il cancro colon-rettale ereditario non poliposico (o sindrome di Lynch). Questi criteri sono: avere almeno 3 familiari affetti da cancro del colon-retto, di cui uno parente di primo grado degli altri due, avere almeno 2 generazioni consecutive affette da cancro colorettale e almeno un caso di cancro colorettale nella famiglia diagnosticato prima dei 50 anni.
Il rischio di cancro del colon o di adenoma è risultato più elevato nei soggetti appartenenti a famiglie con sindrome di Lynch (alla colonscopia iniziale la percentuale era rispettivamente di 0,9% di cancri e di 5,7% di adenomi).
Nelle famiglie a rischio moderato la percentuale, prima dei 45 anni, alla colonscopia iniziale, era di 1,1% per gli adenomi e di 0% per i cancri; al successivo follow-up endoscopico la percentuale di adenomi risultò dell'1,7% e dei cancri dello 0,1%.
In generale l'incidenza di cancro del colon è risultata ridotta, rispetto ai valori attesi, dell'80% nei soggetti a rischio moderato e del 43% nei soggetti a rischio elevato.
Per i pazienti ad aelevato rischio è indicato un follow-up a intervalli ravvicinati. Nei soggetti a rischio moderato non è indicato alcun follow-up prima dei 45 anni e in seguito, se non vi sono adenomi o neoplasie al primo controllo, il follow-up può essere meno aggressivo.
Fonte: BMJ 2005; 331: 1047