Era uno dei capitoli più attesi dell'Agenda digitale italiana. Ora la Conferenza Stato-Regioni ne ha tracciato la strada approvandone le linee guida: la telemedicina può quindi finalmente partire anche in Italia in maniera armonica e coordinata su tutto il territorio nazionale.
La telemedicina – ossia la prestazione di servizi di assistenza sanitaria tramite tecnologie dell'informazione e della telecomunicazione – è già una realtà consolidata in molti Paesi occidentali, come gli USA e il Canada. In Europa i pazienti sono assistiti a distanza in Francia e in tutta la Scandinavia. Le potenzialità messe in atto sono notevoli: i malati di malattie croniche, ad esempio, potrebbero essere seguiti a casa propria con accuratezza e continuità, riducendo le giornate di degenza in ospedale e il pendolarismo. Ma il medico potrebbe arrivare facilmente a pazienti costretti alla scarsa mobilità, come gli abitanti di zone in emergenza ambientale o i carcerati.
Fino ad ora i servizi erogati in questa modalità non erano diffusi in maniera organica nel nostro Paese. A ciò pongono la parola fine le nuove linee di indirizzo scritte dal Ministero della Salute in accordo con le Regioni e le Provincie autonome e approvate a fine febbraio 2014 dalla Conferenza Stato-Regioni. Le linee guida consentono di mettere a sistema le diverse iniziative e porre un quadro comune in cui far nascere le nuove. Il documento approvato infatti affronta tutti i temi della telemedicina: l'organizzazione del servizio, la sua integrazione nel Servizio sanitario nazionale, gli aspetti etici, la privacy. Viene istituito a costo zero un panel di sei membri (tre designati dal ministero della Salute e tre dalle Regioni) con il compito di monitorare le criticità.
Le linee guida fanno chiarezza su un aspetto importante. "La telemedicina – si legge nel documento - non sostituisce la prestazione sanitaria tradizionale nel rapporto personale medico-paziente, ma la integra per potenzialmente migliorare efficacia, efficienza e appropriatezza". Vengono date poi tutte le definizioni, dalla televisita (che coinvolge a distanza il medico e il paziente, ma che non esclude la presenza di un operatore sanitario accanto al medico), la teleassistenza (la presa in carico della persona anziana o fragile a domicilio) e il teleconsulto, ossia la consulenza a distanza e lo scambio di informazioni (audio, video, immagini) tra medici.
Il settore della telemedicina è importante anche economicamente. Potenzialmente in grado di valere 60 miliardi di euro, attualmente ha un valore stimato, secondo la BBC Resarch, di 9,8 miliardi di dollari che saliranno a 27,6 nel 2016: è la più vasta industria sanitaria, dopo quella che produce farmaci e quella dei dispositivi medici.
Linee di indirizzo nazionali: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2129_allegato.pdf